Editoriale

Gentile lettrice, gentile lettore

Ha trascorso anche lei delle belle vacanze estive? Quando splende il sole, ricorriamo ovviamente alla protezione solare; con un fattore di protezione 25 o 50, ci prendiamo cura di noi stessi. A volte, tuttavia, quando si tratta di previdenza professionale siamo un po’ meno attenti, ma i rischi ci sono, soprattutto per le donne. Il motivo di ciò e il modo in cui si può migliorare la propria previdenza vengono spiegati nel nostro tema chiave. La nuova rubrica «Donne e previdenza», con molti consigli interessanti, è disponibile sul nostro sito web. Ci ha pensato il nostro team Comunicazione, che offre uno sguardo sulla sua variegata quotidianità. Gli assicurati vivono l’esperienza di partecipare alle varie attività di una commissione di previdenza. Dica la sua! Non serve essere un professionista, bastano un po’ d’interesse e una buona dose di motivazione!

Nathalie Sesiani
Responsabile Previdenza
Membro della direzione

Iniziare per tempo a pensare alla previdenza è particolarmente importante per le donne

Le donne percepiscono rendite di vecchiaia nettamente più basse degli uomini. Il motivo principale: durante la loro vita lavorativa spesso riescono a mettere da parte di meno degli uomini per la previdenza professionale. Vale la pena verificare per tempo se esistono possibilità di miglioramento.

È una situazione comune: dopo la nascita del primo figlio, la madre interrompe la propria attività lucrativa e quando riprende a lavorare riduce il proprio grado di occupazione per poterlo accudire. Intanto, il padre continua a lavorare a tempo pieno. In vista della previdenza di vecchiaia, questa situazione non è priva di problemi per le donne, in quanto un’interruzione dell’attività lavorativa o un lavoro a tempo parziale possono comportare delle lacune previdenziali, dal momento che versano meno contributi alla cassa pensione. Questo significa che la loro rendita di vecchiaia sarà più bassa. Uno studio della Confederazione realizzato nel 2016 rileva che le donne in Svizzera percepiscono in media il 37% in meno di rendita rispetto agli uomini. Mentre per l’AVS (1º pilastro), per motivi legati al sistema, le differenze sono minime, nella previdenza professionale (2º pilastro) la differenza di rendita tra uomo e donna – il cosiddetto divario pensionistico di genere – è superiore al 60%.

Conta solo il lavoro retribuito

Solo chi svolge un lavoro retribuito può versare contributi alla cassa pensione per la previdenza di vecchiaia. Oltre al fatto che le donne spesso si occupano della cura dei figli e quindi interrompono o riducono la loro attività lavorativa, ci sono altri motivi per cui si trovano in una posizione di svantaggio rispetto agli uomini nella previdenza di vecchiaia: le donne ad esempio svolgono più spesso degli uomini attività di caregiver non retribuite, come l’assistenza ai genitori bisognosi di cure. Oppure guadagnano di meno perché la parità salariale non è ancora una realtà ovunque, perché lavorano in un settore con salari più bassi o, a seconda dei casi, si occupano dei temi della previdenza più tardi degli uomini.

Famiglie monoparentali dopo il divorzio

Diverse situazioni di vita celano quindi rischi per la previdenza, specialmente per le donne.

Tra queste si annovera anche il divorzio o la separazione. Sebbene in questi casi i coniugi – a differenza dei conviventi – condividano equamente gli averi di vecchiaia, spesso la donna rimane la principale responsabile della cura dei figli. Quindi, a seconda della situazione, non può svolgere un’attività lavorativa o la può svolgere solo a tempo parziale. Questo limita le sue possibilità di versare contributi alla cassa pensione per accantonare averi di vecchiaia.

Lavoro a tempo parziale: basta per la cassa pensione?

Chi lavora a tempo parziale non è automaticamente assicurato nella cassa pensione. Per essere assicurati obbligatoriamente secondo la LPP, si deve raggiungere un salario annuale minimo di 21’510 franchi. A seconda del grado di occupazione e del salario, non si riesce a raggiungere tale soglia d’ingresso. Inoltre, la cosiddetta trattenuta di coordinamento – che coordina le prestazioni del 1º pilastro (AVS) e del 2º pilastro (LPP) – può far sì che il salario assicurato sia relativamente basso in caso di lavoro a tempo parziale, il che comporta una rendita inferiore: come previsto dalla legge, per calcolare il salario assicurato, dal salario annuo lordo vengono infatti detratti 25’095 franchi (stato 2022).

Per ridurre il rischio di scivolare nella povertà in età avanzata o di dover dipendere dalle prestazioni complementari e di aiuto sociale, è importante evitare il più possibile le lacune previdenziali e verificare tempestivamente le possibilità di miglioramento. Consigli concreti e ulteriori informazioni in merito sono disponibili sul nostro sito web.

«È decisivo attivarsi autonomamente»

Il 70% delle persone assicurate da Previs sono donne. Colloquio sul tema Donne e previdenza con Tanja Brunner, membro del consiglio di fondazione, e Corinne Hirter, assicurata da Previs.


Tanja Brunner, caposezione della segreteria comunale, Comune politico di Spiez, membro del consiglio di fondazione di Previs Previdenza


Corinne Hirter, manager eventi, Residenz Au Lac, Bienne; assicurata da Previs

 

Signora Brunner, quando si è confrontata per la prima volta con il tema della previdenza professionale?

In realtà abbastanza presto, già durante il mio tirocinio commerciale, che ho assolto presso un Comune. E già all’epoca il mio primo datore di lavoro dopo il periodo di tirocinio effettuava una trattenuta sul salario per la capitalizzazione degli averi di vecchiaia. 
Signora Brunner, perché oggi si impegna come membro del consiglio di fondazione di Previs?
Il tema della previdenza è importante! Da qui il mio impegno. È decisivo che le persone più giovani, uomini o donne che siano, vengano sensibilizzate sull’importanza della previdenza di vecchiaia, perché le basi possono essere gettate solo quando si ha ancora la possibilità di farlo. Nella vecchiaia spesso è troppo tardi per colmare le lacune previdenziali. Come membro del consiglio di fondazione di Previs mi sta quindi a cuore anche il tema Donne e previdenza.

 

Signora Hirter, lei lavora come manager eventi all’80% e dopo l’imminente congedo di maternità, all’inizio del 2023 prevede di riprendere a lavorare con un grado di occupazione del 60%. Perché si è decisa per questo modello?

Mio marito e io abbiamo discusso apertamente di come vogliamo impostare il nostro futuro percorso di vita come famiglia. Per me dopo il congedo di maternità è importante mantenere un piede nel mercato del lavoro e poter proseguire la mia carriera professionale. Vedo l’attività professionale anche come un modo di bilanciare il fatto di essere mamma. Per la sua posizione, mio marito per il momento continuerà a lavorare al 100%.


Signora Hirter, quando ha discusso con suo marito della futura divisione del lavoro e dei ruoli, è stato sollevato anche il tema della previdenza di vecchiaia? 

Sì, la previdenza di vecchiaia ha svolto un ruolo importante fin dall’inizio nelle nostre considerazioni. Credo sia importante, anche proprio come giovane donna, occuparsi tempestivamente di questo tema e provvedere individualmente a una buona previdenza. Resto assicurata nella cassa pensione anche con un grado di occupazione del 60%. Mio marito e io tuttavia abbiamo leggermente modificato i nostri piani in quanto a previdenza. Quando riprenderò a lavorare dopo il congedo di maternità, mio marito verserà un contributo al mio pilastro 3a.


Il tema Donne e previdenza è molto presente nei media e nelle discussioni politiche. Come lo percepisce nel suo ambiente?

T. Brunner: Nel mio ambiente è un tema molto presente soprattutto tra i genitori che lavorano. Ad esempio devono fare i conti con il fatto che spesso, in caso di lavoro a tempo parziale, viene dedotto l’intero importo della trattenuta di coordinamento, con una conseguente riduzione del loro salario assicurato e della rendita. Oppure, a seconda dei casi, nel lavoro a tempo parziale la soglia d’ingresso per la cassa pensione è troppo elevata. Nel mio ambiente posso dare consigli a seconda della situazione, indicando a che cosa bisogna prestare attenzione o quali possibilità di miglioramento esistono. Come regola generale, consiglio di pensare con senso di responsabilità e il prima possibile alla previdenza di vecchiaia e di cercare attivamente delle soluzioni.

C. Hirter: Anche nel mio ambito privato il tema è relativamente presente. Ho due fratelli maggiori, di cui uno con famiglia. Manteniamo un reciproco scambio di esperienze, anche sulle questioni legate alla previdenza. Inoltre, i miei genitori sono andati in pensione di recente, e quindi il tema della previdenza è diventato di nuovo attuale in tutta la famiglia.


Le donne presentano più spesso lacune previdenziali rispetto agli uomini e tendono a occuparsi del tema della previdenza più tardi. Secondo lei, quali sono i motivi?

T. Brunner: Penso che qui i modelli tradizionali abbiano ancora un ruolo importante. Soprattutto nella generazione precedente, le donne avevano spesso minori opportunità di formazione e di conseguenza era meno frequente che svolgessero un’attività lucrativa, oppure guadagnavano di meno. Erano responsabili della cura dei figli e spesso anche dei genitori anziani. Nel frattempo questa situazione è cambiata, ma non ancora del tutto. Secondo me sarebbe quindi importante trattare il tema della previdenza in maniera approfondita anche nel primo ciclo formativo – e non solo per le donne.

C. Hirter: Anch’io sospetto che qui l’idea tradizionale dei ruoli e della famiglia abbia ancora una certa influenza. In passato la donna spesso si affidava al marito per il proprio sostentamento. Quest’immagine sta gradualmente cambiando, e prende sempre più piede la realtà della donna che «si autofinanzia». Comunque anch’io credo sia necessaria un’attività di sensibilizzazione già a scuola e nella scuola professionale. L’obiettivo dovrebbe essere quello di far sì che il tema della previdenza sia maggiormente presente nella mente delle persone e non solo nel certificato di salario.


Come possono le donne migliorare autonomamente la loro situazione previdenziale?

T. Brunner: È fondamentale attivarsi autonomamente! Si dovrebbe poter discutere del tema della previdenza e delle eventuali possibilità di miglioramento anche con il datore di lavoro. Se si hanno per esempio due posti a tempo parziale diversi, conviene chiarire se tramite la cassa pensione ci si può assicurare solo con uno o con entrambi i datori di lavoro, evitando in questo modo di applicare due volte la trattenuta di coordinamento. Si deve anche considerare la possibilità di sommare i salari, che è la condizione per superare la soglia d’ingresso per la previdenza professionale. E naturalmente bisogna sempre valutare la possibilità, se del caso, di capitalizzare anche per la previdenza privata.

C. Hirter: Il primo passo è occuparsi presto e autonomamente della previdenza. Questo significa anche, ad esempio, che non si risparmia solo per le vacanze o per un acquisto, ma che si pianifica a lungo termine e si pensa alla vecchiaia.


Che cosa possono fare i mariti e partner affinché la differenza di rendita rispetto alle donne si riduca?

T. Brunner: I coniugi possono ad esempio, come nel caso della signora Hirter, provvedere a un conguaglio con versamenti nel pilastro 3a o con prestazioni di riscatto nella cassa pensione della moglie, oltretutto beneficiando di vantaggi fiscali. Anche i conviventi possono versare mezzi propri alla partner contribuendo al conguaglio della previdenza professionale.

C. Hirter: Ritengo che sia di fondamentale importanza che i mariti e i partner siano aperti a diverse soluzioni e modelli nella discussione con la moglie o la partner riguardo all’attività professionale e assistenziale o alle possibilità di conguaglio menzionate.


Signora Brunner, quali possibilità hanno i datori di lavoro e le casse pensione per migliorare la previdenza professionale, specialmente delle donne?

A mio parere esistono diversi approcci per i datori di lavoro. Ad esempio, possono definire la trattenuta di coordinamento in base al grado di occupazione. Così la gestisce il mio datore di lavoro, il Comune politico di Spiez. I datori di lavoro possono provvedere a buoni piani di risparmio o abbassare la soglia d’ingresso, anche se questo naturalmente ha un costo per loro. Inoltre, mi sembra importante garantire condizioni di lavoro che siano compatibili con i compiti assistenziali, permettendo ad esempio di svolgere un lavoro a tempo parziale anche alle posizioni di quadro, specialmente per gli uomini, il che dà un più ampio margine di manovra alle madri che desiderano lavorare. E naturalmente la parità salariale tra uomini e donne è centrale per migliorare la previdenza professionale delle donne. In definitiva, i datori di lavoro hanno sempre la possibilità di sensibilizzare attivamente i propri collaboratori sulla previdenza di vecchiaia. A questo possiamo dare un contributo anche noi come cassa pensione, mostrando ai datori di lavoro l’importanza del tema e fornendo loro supporto e consulenza.


Signora Brunner, quali sono le sue aspettative nei confronti della riforma della previdenza professionale per migliorare la situazione delle donne in età avanzata?

Secondo me è importante che nel quadro della riforma LPP venga ridotta la trattenuta di coordinamento e anche abbassata la soglia d’ingresso. Come già detto, i datori di lavoro possono farlo già oggi, ma accade piuttosto raramente perché rende i collaboratori «più costosi». È quindi necessaria una modifica delle disposizioni legali. Ritengo inoltre ragionevole fissare l’età d’ingresso per la previdenza professionale già a 20 anni e non a 25, come avviene oggi, al fine di prolungare il periodo del risparmio. Tra l’altro i datori di lavoro affiliati da Previs, su richiesta, possono anticipare già oggi l’inizio del processo di risparmio a 20 anni. Troverei anche positivo che il tempo dedicato all’assistenza possa essere conteggiato per la previdenza di vecchiaia, o finanziato in un secondo momento, che sia attraverso il 2º o il 3º pilastro.
 

Donne & previdenza – ora su previs.ch

Sul nostro sito web, a proposito del tema donne & previdenza, trovate ulteriori informazioni, domande e risposte, esempi di calcolo illustrativi e consigli utili su come può essere migliorata la situazione previdenziale specialmente per le donne. 

Comunicazione vicina ai clienti

Diversi canali, un unico obiettivo: da Previs Previdenza un team Comunicazione formato da tre persone si occupa di tenere continuamente aggiornati datori di lavoro, assicurati, beneficiari di rendita e partner sui temi importanti. Il credo: comunicare nel modo più personalizzato possibile e al contempo impiegare i mezzi in maniera mirata.

«Invia» – nel giro di pochi istanti dal clic del mouse di Denise Ammann, circa 3’000 abbonati e abbonate in tutta la Svizzera trovano l’ultima newsletter di Previs nella loro posta in arrivo. E presto la specialista Comunicazione sarà in grado di valutare statisticamente l’interesse suscitato dai vari articoli. Nel frattempo Stefan Ernst, responsabile Clienti & comunicazione, mette a punto gli ultimi preparativi concettuali per il sondaggio online sul tema Comunicazione, mentre sullo schermo della specialista Comunicazione Brigitte Flück la rivista Previsione prende forma grafica. Nella piccola sezione Comunicazione di Previs vengono raccolti vari temi e contenuti che saranno poi inviati attraverso diversi canali ai datori di lavoro, assicurati, beneficiari di rendita e partner. Tramite web, app, newsletter, social media, video, la rivista Previsione, e-mail o lettera, nonché in occasione di seminari: l’affiatato team Comunicazione assicura un’informazione trasparente e tempestiva sui temi previdenziali. Un compito stimolante, poiché la previdenza professionale è una materia complessa e piuttosto tecnica. Per Stefan Ernst, responsabile della strategia e pianificazione della comunicazione, è pertanto centrale poter offrire informazioni comprensibili, il più possibile su misura. Per fare un esempio: «Il tasso di conversione riguarda gli assicurati e i datori di lavoro, ma in modo diverso. Per questo c’è bisogno anche di una comunicazione differenziata.»

Canali digitali per una comunicazione più personalizzata

In questo ambito la digitalizzazione offre nuove opportunità. La app per assicurati o il portale per aziende costituiscono infatti canali sempre più importanti per i datori di lavoro per inviare comunicazioni personalizzate ai gruppi. «Inoltre, lavoriamo costantemente per ottimizzare il nostro sito web», afferma Stefan Ernst. Questo è uno dei compiti di Denise Ammann. Poco tempo fa ha avuto modo di concludere un interessante progetto web con previs-immobilien.ch, a cui ha lavorato come responsabile del progetto, dal concetto, passando per il timing, fino al «go live». La sua motivazione è stata subito doppia: «Nei temi web e comunicazione concernente gli immobili il mio cuore batte più forte», racconta. Previs Previdenza gestisce oltre 2’000 oggetti in affitto. Per i locatari i temi prioritari sono quelli legati all’alloggio. «Con la nuova presenza online per il settore immobiliare possiamo comunicare in maniera ancora più mirata», sostiene Denise Ammann.

Le questioni sollevate dai clienti confluiscono velocemente nella Comunicazione

«Ci teniamo molto a costruire un ponte tra i clienti e la Comunicazione», sottolinea Stefan Ernst. La specialista Comunicazione Brigitte Flück apprezza particolarmente la vicinanza agli assicurati. Tra i suoi variegati compiti si annoverano la concezione e l’organizzazione dei Seminari 55+, che servono per prepararsi alla pensione. 
 

«Questi eventi sono molto istruttivi. Infatti, grazie allo scambio con gli assicurati possiamo capire ancora meglio quali sono le loro preoccupazioni e comunicare in maniera corrispondente», spiega. Stefan Ernst, nella sua funzione di responsabile Clienti & comunicazione, è sempre in stretto contatto con i team Consulenza e vendita e Assistenza clienti. «In questo modo le questioni sollevate dai clienti confluiscono velocemente nella Comunicazione», spiega. «I nostri collaboratori in contatto con la clientela hanno anche sempre un buon fiuto per i temi attuali.» Questi si ritrovano poi per esempio nella rivista Previsione o nella newsletter. «La possibilità di gestire autonomamente queste pubblicazioni offre spazio alla creatività», afferma entusiasta Brigitte Flück. – Al prossimo «Invia»!


Un team affiatato, da sinistra: Denise Ammann, specialista Comunicazione; Stefan Ernst, responsabile Clienti & comunicazione e vice direttore; Brigitte Flück, specialista Comunicazione.

Dite la vostra – nella commissione di previdenza

Assicurati interessati, benvenuti! Per partecipare con entusiasmo e prendere decisioni in una commissione di previdenza non servono conoscenze specialistiche. Ci vogliono curiosità e motivazione per discutere delle sfide attuali della previdenza di vecchiaia.

«Commissione di previdenza», dietro questo termine piuttosto arido si nasconde un vivace ambito di attività nel cuore della previdenza professionale. Le commissioni di previdenza sono formate in parti uguali da datori di lavoro e lavoratori. Si consultano in via preliminare e sottopongono al consiglio di fondazione di Previs Previdenza le decisioni per la loro cassa di previdenza in merito a:

-  rimunerazione degli averi di vecchiaia degli assicurati, 

-  scelta della strategia d’investimento,

-  aliquota di conversione e

-  definizione di eventuali misure di risanamento.

«Per far parte di una commissione di previdenza non occorrono particolari conoscenze pregresse», spiega Nathalie Sesiani, responsabile Previdenza e membro della direzione di Previs, «ciò che conta sono l’interesse personale per le questioni legate alla previdenza e la motivazione». Temi come investimenti, ammontare delle rendite, aspettativa di vita, struttura di assicurati o cifre indice come grado di copertura, rendita e tasso d’interesse fanno presto a diventare familiari. Una volta acquisita, la comprensione dei nessi generali costituisce la base per poter prendere decisioni in una commissione di previdenza.


«Non sono una professionista della previdenza»

L’approfondimento con Kathrin Botteron, amministratrice finanziaria presso il Comune di Ligerz, dal 2017 rappresentante dei lavoratori nella commissione di previdenza della cassa di previdenza Service Public.


Che cosa l’ha motivata a impegnarsi in una commissione di previdenza?

La mia curiosità e il mio interesse sono stati i fattori determinanti. Mi interessava capire meglio i nessi nella previdenza professionale e come rappresentante dei lavoratori volevo apportare il punto di vista di un piccolo Comune.

Si considera una professionista della previdenza o degli investimenti?

Sono amministratrice finanziaria diplomata, ma non sono affatto un’esperta in materia di previdenza e investimenti. Secondo me non è nemmeno necessario per partecipare a una commissione di previdenza. L’importante è l’interesse per la materia in cui, per la sua stessa natura, predominano le cifre. Bisogna essere pronti ad acquisire nozioni di base e a rinfrescare di tanto in tanto le proprie conoscenze.
 

Lei fa parte ormai da cinque anni di una commissione di previdenza. Come è stato il primo approccio con questa materia impegnativa?

È avvenuto senza problemi. Mi sono recata senza timori alla prima riunione e ho potuto sviluppare le mie conoscenze passo dopo passo. Ho assolto un modulo di base esterno e ogni tanto frequento dei corsi di perfezionamento sui temi della previdenza. Previs inoltre offre «in-house» delle basi utili, conoscenze attuali e un sostegno prezioso. E questo anche in occasione dei regolari eventi informativi per i membri di tutte le commissioni di previdenza.

In che modo prende le decisioni «la sua» commissione di previdenza?

Per le riunioni, Previs appronta di volta in volta basi decisionali molto ben strutturate e comprensibili. Ad esempio, quando dobbiamo decidere in merito all’ammontare della rimunerazione del capitale di vecchiaia ci vengono mostrati gli effetti delle diverse opzioni sul grado di copertura.

Come vive la cultura della discussione?

Nella nostra commissione di previdenza portiamo avanti uno scambio aperto e costruttivo. Siamo un team ben coordinato, che decide con un approccio globale. Ci rispettiamo, apprezziamo e sosteniamo a vicenda – e naturalmente non può mancare il necessario umorismo.

 

Commissione di previdenza in sintesi

-  2 riunioni all’anno

-  Tempo di preparazione per ogni riunione: max. 1 ora

-  Indennità per funzione e gettoni di presenza

Curiosi e motivati?

Ne siamo lieti! Perché, per motivi legati a cambiamenti di posto e pensionamenti, nelle commissioni di previdenza ci sono sempre posti vacanti. Se desiderate partecipare a una commissione di previdenza delle casse di previdenza Comunitas, Service Public o Strategia 30, potete scrivere a nathalie.sesiani@previs.ch che sarà lieta di contattarvi e di rispondere ad eventuali domande.

Nota: sulla prima pagina del vostro certificato d’assicurazione, in corrispondenza dei dati personali, è indicata la cassa di previdenza a cui siete affiliati.

Maggiori informazioni: www.previs.ch/commissioni
 

Cassa pensione, un negozio self-service?

Con «sgradevole regolarità» i media riferiscono di come l’industria finanziaria si stia arricchendo alle spalle degli assicurati delle CP. In notizie in parte indifferenziate sugli operatori di mercato, viene fatta di tutta l’erba un fascio. Previs si difende da queste condanne generalizzate – perché noi non ci comportiamo così.

«Ecco come l’industria finanziaria dissangua gli assicurati delle CP», «Truffa a spese degli assicurati» o «Gli istituti collettivi diventano sempre meno trasparenti». Questi titoli o notizie simili vengono riportati regolarmente dai media. Se poi, come a giugno di quest’anno, viene pubblicato anche uno studio di Swiss Life che prevede tempi finanziariamente difficili per le prossime generazioni di beneficiari di rendita, le colonne dei commenti si riempiono di critiche nei confronti delle casse pensione, che – come viene insinuato – userebbero gli averi di vecchiaia degli assicurati in maniera quasi abusiva.

Trasparenza e consapevolezza dei costi da Previs

Come responsabili della gestione di Previs Previdenza, il consiglio di fondazione e la direzione nonché i nostri collaboratori si sentono trattati ingiustamente da tali notizie indifferenziate dei media.

Sicuramente, come dappertutto nel mondo degli affari e nella vita privata, non mancano le pecore nere. Anche nell’ambito della previdenza sentiamo parlare di sistemi poco trasparenti ma (purtroppo ancora) legali di scatole cinesi di aziende, che realizzano utili su più livelli a spese degli assicurati e se ne servono in parte come in un negozio self-service. Non è così per Previs Previdenza.

Previs si è sempre impegnata per la trasparenza. Questo non significa solo spiegare ai nostri assicurati la complessa previdenza professionale con informazioni corrispondenti e comunicare tempestivamente le modifiche delle condizioni quadro per gli assicurati. Significa anche che i nostri processi e, in particolare, tutti i movimenti di denaro sono resi noti e che il rendimento generato viene utilizzato interamente a beneficio degli assicurati, indirettamente per rafforzare la sicurezza finanziaria di Previs o direttamente come rimunerazione degli averi di vecchiaia.

Con le nostre basse spese amministrative non sfiguriamo nei confronti di altre casse pensione. Le spese amministrative sono inferiori di circa il 30% rispetto alla media1.

Siamo anche uno degli istituti collettivi più convenienti della Svizzera per quanto riguarda i costi di gestione patrimoniale. I nostri responsabili della gestione patrimoniale ottimizzano costantemente le strutture dei nostri investimenti per ottenere, oltre a un rendimento adeguato al rischio, anche costi il più possibile contenuti.

Sorveglianza costante e visione dei processi

Il consiglio strategico e la direzione sono sottoposti a una rigorosa corporate governance. Ogni anno tutte le relazioni d’interesse vengono comunicate all’ufficio di revisione e viene valutato il rischio di un legame indesiderato che potrebbe portare a relazioni d’affari non trasparenti a scapito di Previs. Questi obblighi di informazione, da tempo sanciti nel nostro regolamento organizzativo, finora non hanno mai portato a una contestazione.

A differenza dei sistemi aziendali menzionati all’inizio, da Previs tutto si svolge sotto l’egida di un’unica fondazione. Ciò significa che tutti i collaboratori sono impiegati di Previs e quindi al contempo assicurati. Il consiglio di fondazione ha pertanto accesso diretto all’organizzazione e ai processi. Il flusso di informazioni dall’organizzazione al consiglio di fondazione e alle commissioni di previdenza è garantito. Queste ultime hanno quindi una visione nettamente più ampia dei processi della rispettiva cassa di previdenza.

La fiducia degli assicurati e dei datori di lavoro è centrale

La trasparenza, l’efficienza dei costi e la rigorosa corporate governance sono quindi gli elementi centrali di Previs, che garantiscono che macchinazioni come quelle rappresentate dai media da noi non siano possibili. Perché la fiducia degli assicurati e dei datori di lavoro è il capitale principale a cui attinge il management di Previs nella sua attività fiduciaria. Sprecarla sarebbe fatale e per questo facciamo tutto il possibile per soddisfare questa esigenza degli assicurati.

1 Studio Swisscanto 2022 al 31.12.2021